"Il cavallo e la fanciulla":
una leggenda metropolitana
dell’antica Atene

by Lowell Edmunds edmunds@rci.rutgers.edu

La storia di Leimônê è attestata per la prima volta nell’orazione di Eschine Contro Timarco. Appare una seconda volta nel quarto secolo come esempio nell’ Athênaiôn Politeia di Aristotele, poi per lo più soltanto in tradizioni scolastiche.

La storia è quella di una fanciulla castigata dal padre per aver perduto la sua verginità prima del matrimonio. Fu rinchiusa dal padre in una casa insieme con un cavallo, e in quella casa lei morì, o assalita dal cavallo oppure divorata dall’animale impazzito per la fame.

La maggior parte delle fonti si conclude con l’osservazione che esiste ancora ad Atene un luogo chiamato "Del cavallo e della fanciulla."

Ci sono due versioni della storia. Nell’altra versione, meno documentata, la fanciulla ha rapporti sessuali con un cavallo, e viene punita come nella prima versione. Uno scholio all’Ibis di Ovidio la descrive come in corio equino clausa, ut ab equo stupraretur, e dice che ella era state divorata dal cavallo stesso.

Elenco delle fonti:
Arist. fr. 611 Rose
Aeschin. 1.182
Call. Dieg. Aet. frs. 94-95
Diod. Sic. 8.22
Nic. Dam. FGrH 90 F 49
Dio Chrys. or. 32.78
Schol. Aeschin. 1.182
Schol. Berol. ad Lib. ep. 251.13
Diogenian. 1 L-S
Ov. Ib. 335-36; 459-50
Schol. Ov. Ib. 335; 459
IG II2 13126 (forse)

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