SERPENTI E MUCCHE:
UN ANTICHISSIMO MOTIVO LEGGENDARIO ANCORA IN VITA

Da: Robert di Landro
Data: sabato 11 aprile 1998 19.00
Oggetto: Serpenti e mucche

Nelle valle alpine si racconta che le serpi o le vipere mungano le mucche quando sono al pascolo...e questo sembra piacere ai bovini al punto che ritornano sempre sul luogo dove possono incontrare il rettile. E' vero o è...una leggenda metropolitana?
Grazie della risposta.

Risposta telegrafica:
Leggenda tradizionale, riportata come motivo fantastico in diverse tradizioni di leggende popolari.
Ci sono molte narrazioni che intrecciano i motivi del latte e dei serpenti.Addirittura una leggenda dice che se qualcuno ingoia un serpente vivo, basta mettere davanti alla sua bocca un piatto di latte ed il serpente, richiamato dall'odore, uscirà dalla bocca.
Saluti, Carlo Presotto


-----Messaggio originale-----
Da: Di Landro Robert

Data: martedì 22 settembre 1998 15.59
Oggetto: Serpenti e mucche
Signor Carlo Presotto,
La ringrazio per la sua risposta dell'Aprile scorso sulle "vipere che mungono le mucche" (Messaggi qui sotto). Ma...sembra non bastare a certe persone della Val Varaita alle quali accordo una certa fiducia. Che dilemma: sono preso tra le mie incredulità di cittadino (confermate dalla sua prima risposta e da un amico veterinario) e la fiducia che porto a certe persone che dicono aver visto le vipere mungere le mucche!
In ogni caso, tanti in valle dicono che il latte piace alle vipere: es. per fare uscire una vipera da un muro, basta mettere un piatto di latte o per prendere una vipera, basta mettere un fondo di latte in una bottiglia e la serpe entra senza poterne uscire. Verità o.. leggenda metropolitana?
La ringrazio in anticipo per la sua risposta dettagliata.
Robert di Landro


TENTATIVO DI UNA DECIFRAZIONE

Il caso si fa interessante:

  • Le Vipere dalla Val Varaita sono particolarmente voraci?
  • Gli abitanti della Val Varaita sono particolarmente fantasiosi?
  • C'è sotto qualcosa dal punto di vista del folklore?
  • vediamo un po' di raccogliere del materiale:

    Cesare Bermani, nel suo fondamentale libro "Il Bambino è servito" sulle leggende contemporanee (pp 179 e segg.), Ci racconta di come questo sia un tema tradizionale, alimentatore di leggende legate al mondo contadino che, non solo in Italia, ma anche in altri paesi del mondo (sicuramente in Spagna, Stati Uniti ed ex-URSS) si sono a volte trasformate, se non proprio in leggende metropolitane, almeno in leggende "suburbane"


    la risposta al quesito di Robert Di Landro e' quindi che:

    1. Il motivo delle serpi che mungono le vacche è al centro di numerosi racconti in diversi luoghi del mondo.
    2. Non si tratta propriamente di una leggenda metropolitana, ma di un antichissima leggenda contadina.
    3. La versione della leggenda raccolta in Val Varaita rappresenta una interessante forma di sopravvivenza di un motivo tradizionale, spogliato di una serie di elementi oggi come oggi troppo inverosimili ( ad es. il serpente che ruba il latte alle donne in allattamento o il cibo ai bambini)

    NOTA BENE
    Questo non vuol dire, caro Robert, che le serpi mungano "davvero" le vacche o no.
    Il nostro ambito si occupa di storie, e in tutte le storie puo' esserci o meno un fondo di verità. Ma questo è un problema che dobbiamo passare ad un altro ambito, quello della zoologia, come facemmo per il Pesce Siluro.
    Dato che in ogni caso il tema ha cominciato ad incuriosirci, comincieremo a raccogliere testimonianze documentate pro e contro, cercando di capire, da bravi scettici, quanto c'è di vero nella leggenda, che conta su solide radici psicanalitiche e antropologiche per quanto riguarda il rapporto tra nutrimento materno e serpente.


    Documenti

    Bermani raggruppa il tema chiamato della "serpe in seno" in due sottogruppi:

    Giuseppe Profeta si è occupato di una antica forma di rito popolare che si svolge a Cocullo, in Abruzzo: "Secondo una credenza abbastanza diffusa i serpenti volgarmente detti "bianchi", e che in genere comprendono colubridi e lampropeltidi, sarebbero ghiotti di latte e latticini. essi berrebbero, quindi, il latte degli animali e delle donne, attaccandosi alle mammelle delle vacche e andando a trovare nel letto le donne lattanti.Quando a una donna vien meno il latte si pensa subito all'azione dei serpenti.
    Una volta ad Arsita (teramo) fu visto un serpente sul tetto. Accorsero uomini, furono tolte tutte le tegole e scoperchiata la casa, finalmente la bestia fu trovata ed uccisa. le donne la spaccarono e videro che aveva la pancia piena di latte, che certamente era andata a bere nel seno della padrona di casa, la quale già ne lamentava una certa scarsezza."

    Altre versioni di questa leggenda diffusa un po' in tutto il centro sud sono state raccolte da Bermani ancora in abruzzo, in Calabria e in Puglia.

    A S. Maria di Leuca: "Noi la chiamiamo sacara. E' una serpe marrone. Marrone, rossa, c'ha diversi colori, e quella succhia il latte delle donne che crescono i bambini, che danno allattare."
    La serpe chiamata sacara è comunque un Cervone (Elaphe quatorlineata) che è lungo oltre due metri, si nutre anche di uova di gallina - inghiottendole intere e rompendole poi con i potenti muscoli del collo.
    Un ragazzo di Zaccheo (Castellalto) "In una stalla dove c'erano delle bestie, specialmente mucche, c'era un buco in mezzo a una trave ed era venuto a fare il nido un serpente. Ogni notte scendeva dal buco e andava a succhiare il latte della mucca. Alla mattina il contadino non ci trovava mai il latte; quando andava a mungere non usciva il latte alla mucca. Allora una notte ci si mise appostato per vedere cos'era e vide questo serpente scendere dal buco e bere il latte. Il giorno dopo prese il fucile, sparo' dentro il bucoe uccise il serpente"

    E aggiunge sempre Bermani: "nella tradizione popolare il serpente è considerato una delle "presenze" della luna (Mircea Eliade Trattato di storia delle religioni, Boringhieri Torino 1986, pp170-177) perche' la sua forma e il suo modo di essere evoca il destino della luna, che sparisce e ricompare, ha tanti anelli quanti sono i giorni del mese lunare (secondo una leggenda tramandata da Aristotele e Plinio il Vecchio) si trasforma, cioè si rigenera periodicamente cambiando pelle. Origine di ogni potere magico, conosce tutti i segreti, intravede l'avvenire, custodisce e distribuisce la fertilità universale (acque, tesori...). Apollo, Eracle, San Michele e San Giorgio sconfiggendo il pitone, o l'idra o il dragone, divengono immortali e acquisiscono poteri speciali.


    L'altro aspetto della questione è invece quello "della serpe in corpo", che qui ci interessa marginalmente, per sapere che se un neonato si addormenta all'aperto, c'è il rischio che un serpente, sentendo l'odore del latte gli entri dalla bocca, con il rischio di soffocarlo, o peggio, gli si installi nello stomaco privandolo del nutrimento e facendolo morire di fame. l'unico rimedio è quello di porre davanti alla bocca del bambino una ciotola di latte, facendo quindi compiere al serpente un percorso contrario.


    Sull'altopiano di Asiago, nell'isola culturale Cimbra, costituita da immigrati tedeschi del XIII secolo che parlano ancora un dialetto alto-germanico, si racconta la storia del bimbo e del serpente: ('S Khinn un dar burm) "Una volta c'era una mamma con un bambino di due anni giu' al piano terra dei Paolaz.Una sera la madre diede al piccolo una ciotola piena di polenta e latte e lo mise a mangiare seduto presso il sentiero. Non era passato molto tempo quando la madre udì il bambino parlarte, stette in ascolto e senti' queste parole. -mangia anche la polenta, non solo il latte!- Dopo di che il bambino picchio' col cucchiaio sulla testa del serpente. la mamma rimase a guardare e si spavento', poi ando' e prese il piccolo, ma da quel giorno non lo mise mai piu' sulla strada a mangiare."
    Questo racconto non è altro che una variante, molto fedele ad una delle tre "storie della serpe" riportate dai fratelli Grimm nella loro celebre raccolta di fiabe (N.105).

    Nella val Chiampo, sempre in provincia di Vicenza, in prossimità di un altra isola culturale Cimbra, troviamo le figure delle Anguane, donne-serpente enigmatiche e misteriose. Uno dei loro attributi è quello di avere insegnato agli uomi a lavorare il latte, a fare il burro e il formaggio. (Mecenero R., Crespadoro, Vicenza 1979 pp 196-197)

    Ecco una leggenda su di loro:
    Un padrone sposò la sua serva. Era un'anguana ma lui non lo sapeva.
    Prima del matrimonio, lei gli disse: " Tu devi promettermi di non toccarmi mai con il rovescio della mano". "Se non vuoi che questo...", rispose, ma non le domandò nessuna spiegazione.
    Il loro matrimonio era felice e nacquero due bambini. Un giorno il marito ritornò dal lavoro presto e la donna stava gramolando il pane, il viso tutto sudato. L'uomo le si avvicinò e, con un gesto spontaneo, le asciugò il viso con il rovescio della mano.
    La donna scomparve. Il poverino restò solo con i bambini.
    Quando a sera tornava a casa dal lavoro, egli trovava i figli in buon ordine e sfamati. "Come sono bravi", pensò tra se. " La madre li aveva tirati su bene". E non ci fece caso per un lungo periodo di tempo. Poi gli venne un dubbio. "Ma chi vi dà da mangiare?", chiese loro.
    " La mamma" risposero e restò pensoso e muto.
    Voleva conoscere la verità, ma aveva paura di scoprire quello che temeva. Un giorno si decise e domandò ai bambini: "Ma dove si nasconde la mamma?"
    "Sotto una pietra! "
    La curiosità lo spinse, un giorno, a tornare a casa prima del solito.
    Voleva vedere sua moglie, scoprire questo mistero.
    Apre la porta, d'improvviso, e subito vede un serpente che saliva sulla pietra del secchiaio e cercava di uscire dal buco.
    Istintivamente gli fu addosso e con un legno l'uccise, come si fa in simili casi e da quel giorno, trovò sempre i figli spettinati, pieni di fame e la casa in disordine.


    LA LEGGENDA CONTINUA!