di
Paolo Toselli
ptoselli@tin.it
Nella
seconda metà degli Anni 50 negli Stati Uniti operava un intraprendente signore,
di nome James Vicary, che si dilettava in ricerche motivazionali finanziate
dall’industria pubblicitaria. Nel 1957, Vicary annunciava al mondo di aver
progettato un macchinario per la comunicazione subliminale capace di proiettare
di nascosto, a un terzo di millisecondo, messaggi su un grande schermo cinematografico.
Molti furono coloro che reagirono scetticamente all’annuncio di tale tecnica,
chiedendosi quale fosse stata l’efficacia di un messaggio pubblicitario che
non si poteva vedere. Vicary a sostegno delle sue tesi asseriva d'aver condotto
un esperimento in un cinematografo di Fort Lee, New Jersey, che aveva prodotto
risultati considerevoli. Per sei settimane aveva fatto apparire nell’arco
della proiezione del film ogni cinque secondi sullo schermo i messaggi “mangia
pop-corn” e “bevi Coca-Cola”. Le frasi comparivano però per così poco tempo
da non essere consciamente percepite dagli spettatori, ma inducevano in loro
un comportamento inconscio. Vicary affermava di fatto che i suoi messaggi
avevano incrementato le vendite di Coca-Cola del 18% e di pop-corn del 58%.
Nonostante
lo studioso fornì pochissimi particolari del suo esperimento, la nozione che
la comunicazione subliminale potesse avere effetto sul pensiero e le azioni
della gente si diffuse molto velocemente. Nel maggio 1958, appena nove mesi
dopo la notizia dell’esperimento di Vicary, un sondaggio rivelò che il 42%
degli americani aveva sentito parlare di questa tecnica. Di questi, il 50%
dichiarò di considerare la pubblicità subliminale non etica contro l’altro
50% che la tollerava. Ma una maggioranza rilevante, il 69%, affermò che avrebbe
continuato a vedere i programmi TV pur sapendo che tale tecnica poteva essere
utilizzata nelle varie trasmissioni a sua insaputa.
Un
tentativo di duplicazione del lavoro di Vicary fu compiuto nel 1958 dall’Ente
Radiotelevisivo Canadese, il quale trasmise il messaggio subliminale “telefona
subito” 352 volte nel corso dello show televisivo Close Up. Tuttavia,
non si riscontrò alcun picco di chiamate. Ma ancor più interessante fu che,
dopo aver chiesto ai telespettatori di provare ad indovinare il messaggio
nascosto, di quasi cinquecento lettere ricevute nessuna dava la risposta giusta.
Comunque quasi la metà degli spettatori sosteneva d'aver avuto fame o sete
durante il programma!
Un
clamoroso voltafaccia si ebbe nel 1962 quando in un'intervista per la rivista
di settore Advertising Age, l’imprenditore del subliminale James Vicary
confessò di non aver previsto il grande interesse per la sua tecnica. In effetti,
era da tempo che pensava all’utilizzo del subliminale nella pubblicità, ma
si trovò costretto ad anticipare i tempi a causa della forte richiesta di
nuove idee che veniva dal mercato in quel momento. Fu così costretto ad uscire
allo scoperto con la tecnica subliminale prima d'essere veramente pronto.
Nell’intervista, confessò addirittura che quando il fenomeno scoppiò non era
stata da lui sviluppata alcuna ricerca, solo quanto bastava per l’ottenimento
di un brevetto. Vicary giustificò la ritrattazione col fatto che ormai la
sua società, Subliminal Projection Co., era stata chiusa e non aveva
quindi problemi ad ammettere che le sue ricerche erano state “minime” per
essere considerate significative.
Malgrado
ciò, di messaggi subliminali si continuò a discutere negli anni. Nel 1973
la Federal Communication Commission denunciò tali tecniche pubblicitarie come
ingannevoli - al di là della loro reale efficacia. A detta di un giornalista
radiofonico canadese sia l’emittente Voice of America che Radio
Mosca trasmisero nel corso dei loro programmi messaggi subliminali. L’utilizzo
di messaggi subliminali fu bandito in Belgio e Gran Bretagna. Nel 1974 anche
una commissione per i diritti umani delle Nazioni Unite raccomandò un'analoga
proibizione, denunciando l’indottrinazione subliminale come potenzialmente
distruttiva delle culture locali.
D’altro
canto, Hal Becket, un ingegnere, introdusse sul mercato americano un nuovo
aggeggio che inseriva messaggi subliminali nei nastri musicali. La trovata
di Becket venne utilizzata in 50 grandi magazzini per scoraggiare i ladri.
Messaggi come “io sono onesto, non devo rubare” erano ripetuti rapidamente
e mixati con la musica di sottofondo che era diffusa a basso volume. Nei negozi
in cui furono installate le “piccole scatole nere” di Becket, si sarebbe rilevata
una sensibile diminuzione nei furti.
Secondo
quanto scritto da Wilson Bryan Key, promotore dell’efficacia della seduzione
subliminale, in un suo libro del 1973, in molti dischi rock sono inseriti
messaggi al di sotto della soglia percettiva, i quali inducono gli ascoltatori
ad alzare il volume in modo da percepirli. Key introdusse anche il concetto
di backward masking nel suo originale significato psicologico secondo
cui parole visivamente incastonate in altre (o anche suoni) possono essere
percepite anche se capovolte o scritte in senso inverso. Malgrado Key abbia
negato ciò, molte delle sue considerazioni sono semplicemente delle proiezioni
che lo spettatore/ascoltatore fa sopra un’immagine o una musica, lo stesso
che accade per le interpretazioni del test psicologico delle macchie di Rorschach.
Così come in molti casi i presunti messaggi subliminali denotano non tanto
l’intento segreto del musicista o una cospirazione pubblicitaria, ma piuttosto
le attese e le ossessioni di chi li interpreta. Vi ricordate le ultime parole
del disco di Zucchero, Miserere? Recita una voce: “A volte, la migliore
musica è il silenzio. Diciamo”. Un invito alla serenità condito con autoironia.
Eppure, la frase “girata” al contrario direbbe tutt’altro: “Hashish, eroina
e droga”. Un puro caso o uno scherzo utile anche come trovata pubblicitaria?
Tra
le altre cose, Key sostenne anche che le tecniche subliminali non erano limitate
alla Tv o al cinema, ma dei messaggi nascosti ad arte, e miranti a provocare
l’eccitamento sessuale, erano contenuti anche nelle foto pubblicitarie. E
con buona volontà trovò la parola “sesso” ovunque, dai cracker Ritz ai cubetti
di ghiaccio della pubblicità di un noto gin. Era inoltre convinzione di Key,
senza possibilità di dimostrarlo, che era in atto un complotto a cura dei
grandi pubblicitari assieme ai governanti per controllare le nostre menti
utilizzando tecniche subliminali.
A
distanza di oltre 40 anni dal loro primo manifestarsi, le assunzioni di manipolazioni
subliminali persistono, in particolar modo oltreoceano, dove a partire dalla
fine degli Anni 80 è sorta un’industria dal fatturato annuo di oltre cinquanta
milioni di dollari, la quale commercia in audio cassette o CD di “auto-aiuto”
che sarebbero efficaci per qualsiasi cosa. Il fenomeno dei messaggi subliminali
si è quindi evoluto nel tempo: dagli Anni 50 in cui era vissuto come lavaggio
del cervello, alla odierna filosofia New Age, passando per gli Anni 70 in
cui si è sposato con la corruzione dilagante dei maggiori governi.
Spot
televisivi, pubblicità sulla carta stampata e negozi specializzati promuovono
nastri subliminali che promettono risultati sconvolgenti nella cura di problemi
di salute e psichici. Queste audiocassette sono pubblicizzate come capaci
di produrre una varietà di effetti positivi desiderabili, inclusa la perdita
di peso, lo smettere di fumare, lo sviluppo della memoria, l’aumento delle
funzioni sessuali e così via. Come è possibile ciò? Con un paio di metodi
abbastanza semplici, affermano le società che producono i nastri. Il primo
consiste nel produrre segnali sonori subliminali, la cui velocità di presentazione
eccede i parametri conosciuti per la comprensione di frasi compresse o accelerate.
L’altro è registrare i messaggi subliminali su nastri multipista col risultato
di concentrare oltre un milioni di questi messaggi in una cassetta da un’ora.
Poiché tuttavia tali messaggi sono di difficile comprensione anche quando
vengono resi chiaramente udibili, non si comprende come il mascheramento degli
stessi aumenti la loro efficacia percettiva. Gli studiosi di psicologia hanno
dimostrato sempre scetticismo nel ritenere che l’uso di questi nastri possa
avere una reale utilità nell’aumento delle performance degli utilizzatori.
In
Italia l’argomento fece discutere quando nel 1988 Odeon TV annunciò
l’intenzione di sperimentare la pubblicità subliminale, inserendo in un filmato
qualsiasi un messaggio visivo della durata di un cinquantesimo di secondo.
L’Unione Consumatori levò gli scudi chiedendo il divieto dell’utilizzo di
tale tecnica. I giornali espressero la preoccupazione che questo tipo di pubblicità
fosse già praticata clandestinamente nei cinema e nei programmi televisivi,
evidenziando la mancanza di una norma specifica della nostra legge che la
vietasse: solo il codice di autodisciplina pubblicitaria prevedeva che la
pubblicità doveva essere “facilmente riconoscibile”. Non sappiamo come si
concluse la vicenda, ma certo fu una buona pubblicità - nemmeno tanto subliminale
- per l’emittente televisiva.
Sul
fenomeno della percezione subliminale, ricerche recenti hanno confermato che
il fenomeno esiste ma si verifica solo in certe condizioni accuratamente controllate.
Queste includono la definizione di soglie percettive individuali per ogni
partecipante all’esperimento, un ambiente controllato, l’attenzione focalizzata
sull’area specifica, e l’esclusione di fonti estranee di stimolazione. In
tale contesto la percezione subliminale è più propriamente definita come una
situazione in cui c’è una discrepanza tra l’esperienza fenomenica dell’osservatore
e la sua abilità nel discriminare tra differenti stati di stimolazione.
Le
ricerche suggeriscono che la percezione subliminale non è una percezione
in assenza di “sensibilità” allo stimolo. Piuttosto, essa accade quando l’esperienza
soggettiva è in sovrappiù rispetto le misure oggettive di rilevazione del
segnale. Oggi si conviene che la percezione subliminale consiste in una dissociazione
tra una misura oggettiva della percezione e la simultanea consapevolezza soggettiva.
Inoltre l’aspetto critico dei (presunti) segnali nei nastri subliminali è
il significato del messaggio che deve essere riconosciuto dal soggetto
per essere valida, a livello semantico, l’effettiva efficacia dei messaggi.
Naturalmente se non viene compreso il significato semantico di una frase o
un messaggio (come dimostrato dalla gran parte degli esperimenti di laboratorio)
ogni effetto attribuibile a tali nastri è reso vano. Quindi niente teorie
misticheggianti di processi percettivi inconsci che vanno oltre i normali
sensi.
Infatti,
mentre esistono prove che confermano l’esistenza della percezione subliminale
intesa come rivelazione di informazioni al di fuori della sfera cosciente,
non è tuttavia dimostrato che gli stimoli sotto le soglie soggettive possano
condizionare il comportamento di un soggetto, ad esempio. migliorare i risultati
degli esami universitari.
Malgrado
ciò, c’è ancora chi si ostina a voler trovare messaggi subliminali malefici
ovunque. Su Internet, ad esempio, trovete ampie notizie sui messaggi occulti
contenuti nel logo di avvio del sistema operativo Windows 95. Tra le nuvolette
del logo sarebbero distinguibili - provare per credere (o per dubitare!) -
quattro curiose immagini: un cavallo nero al galoppo, un grande uccello scuro,
il profilo di un chitarrista dalla folta chioma identificato come Jimi Hendrix
e sagome di uomini e donne che fanno sesso. L’ennesimo mix di sesso, droga
e rock ‘n’ roll!
Nell’estate
1990 il gruppo rock dei Judas Priest, assieme alla compagnia discografica
CBS, fu citato in giudizio per aver inciso, in uno dei suoi pezzi, il messaggio
subliminale “Falla finita”, che secondo l’accusa avrebbe spinto al
suicidio due studenti di college, Ray Belknap e James Vance. Nel processo,
in cui testimoniò anche Key a favore dei querelanti, il giudice si espresse
a favore dei Judas Priest, e non concedendo alcun risarcimento ai parenti
dei giovani sentenziò: “Le ricerche scientifiche svolte non provano che
gli stimoli subliminali, anche se fossero percepiti, possono indurre a comportamenti
di tale gravità. Ci sono altri fattori che spiegano la condotta dei due deceduti,
per cause estranee agli stimoli subliminali”. Una sconfitta per chi crede
nei messaggi più o meno satanici e inneggianti ad una vita sregolata “nascosti”
in ben noti brani di artisti altrettanto famosi.
Secondo
alcuni, in una scena del film Il Re Leone tra le volute di una nube
di polvere sollevata da Simba, uno dei protagonisti, comparirebbero le lettere
“S-E-X”, ovvero la parola “sesso”. La visione tuttavia non è così semplice,
in quanto si consiglia di inclinare leggermente la testa verso sinistra per
distinguere le lettere che si formerebbero sulla destra dello schermo. Inoltre
necessita concentrarsi un po’ per distinguere il messaggio tra la polvere,
anche se avete a disposizione un videoregistratore e proiettate il video al
rallentatore.
Se
la parola “sesso” è stata inserita deliberatamente nella scena o è un semplice
prodotto della suggestione è difficile dirlo. Le lettere sono facilmente visibili
da chi è al corrente della storia, mentre sono pressoché indistinguibili da
chi ne è all’oscuro, anche se lo si invita a cercare di distinguere una parola
nei singoli fotogrammi. Una spiegazione abbastanza accettata è che le lettere
sono state messe volutamente da qualcuno che lavora negli effetti speciali,
per formare l’abbreviazione “S-F-X”, ma anche questa sembra più leggenda che
realtà.
Si
narra che il primo ad accorgersi del messaggio nascosto sia stato un bimbo
di 4 anni residente nello stato di New York - ma secondo altri in Luisiana
- che avvisò subito sua madre (o suo zio). Come abbia fatto un bimbo di questa
età a pronunciare e rendersi conto del significato della parola “sesso” è
ancora un mistero. Certo che questo particolare ha reso più oltraggioso il
fatto, tant’è che - si dice - la madre (o lo zio) ne riferirono ad un gruppo
religioso noto per le sue campagne puritane che nel settembre 1995 ne fece
il cavallo di battaglia per boicottare la vendita dei video della Disney contenenti
“evidenti” messaggi sessuali.
Di
fatto, le accuse alla Disney erano iniziate già nel 1993 quando negli USA
venne messa sul mercato la versione in videocassetta del film Aladdin.
Pare che proprio questo personaggio, così amato dai bambini, in una scena
dell’omonimo cartone, pronunci una frase alquanto ambigua. Tutto accadrebbe
quando Aladdin vola sul tappeto magico fino al balcone della principessa Jasmine
per riconciliarsi con lei dopo un litigio. Ma qui si imbatte nella tigre da
guardia, Rajah, che ringhiando lo ricaccia indietro. Nel mentre Aladdin borbotta
qualcosa, tra il ringhio di Rajah e una battuta del Genio. Alcuni giurano
che, nella versione originale, in tutta questa confusione Aladdin sussurri
sottovoce: “ragazzi, spogliatevi!”. In realtà, l’affermazione è falsa
in quanto ad un attento ascolto le parole pronunciate sono di più e meno lunghe.
Secondo la Disney il testo preciso sarebbe “Su, bella tigrotta, spostati,
dai gattina”.
E
facciamo solo cenno alla “presunta” erezione del sacerdote che celebra il
matrimonio tra Ariel e il principe Eric nel film La Sirenetta. Nell’ottobre
1995 il prestigioso Wall Strett Journal condusse un’accurata indagine
sulla nascita delle varie voci di oscenità celate nei cartoni animati della
Disney scoprendo che nemmeno gli accusatori più accaniti erano disposti a
giurare che le scene incriminate contenevano le presunte immagini o frasi
oscene.
Qualcuno
ha suggerito di iniziare ad analizzare coloro che con tanto accanimento si
mettono alla ricerca di presunti messaggi subliminali, nelle più svariate
forme di comunicazione. Forse il vero mistero risiede proprio in costoro,
che vedono e sentono cose, in gran parte negative, dove tutto il resto della
popolazione non percepisce nulla se non forme vaghe e suoni incomprensibili.
E’ possibile che senza di loro la storia dei messaggi occulti non sarebbe
mai esistita.
Pubblicato
in origine su “The X-Files. La rivista del fantastico e del mistero”,
n. 31, anno IV, Giugno 1998.
Copyright
1998 – Paolo Toselli & Magic Press