paolo maffioli on Tuesday, February 2, 1999 at 17:12:27
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fonte: tanti l'avranno letta.
storia: La diffusione delle leggende non è cosa esclusiva dei
tempi moderni.
Già il Manzoni raccontava che...
" Tra le storie che quel delirio dell'unzioni
fece immaginare, una merita che se ne faccia menzione, per il
credito che acquistò, e per il giro che fece.
Si raccontava, non da tutti nell'istessa maniera
(che sarebbe un troppo singolar privilegio delle favole), ma a un
di presso, che un tale, il tal giorno, aveva visto arrivar sulla
piazza del duomo un tiro a sei, e dentro, con altri, un gran
personaggio, con una faccia fosca e infocata, con gli occhi
accesi, coi capelli ritti, e il labbro atteggiato di minaccia.
Mentre quel tale stava intento a guardare, la carrozza s'era
fermata; e il cocchiere l'aveva invitato a salirvi; e lui non
aveva saputo dir di no. Dopo diversi rigiri, erano smontati alla
porta d'un tal palazzo, dove entrato anche lui, con la compagnia,
aveva trovato amenità e orrori, deserti e giardini, caverne e
sale; e in esse, fantasime sedute a consiglio. Finalmente, gli
erano state fatte vedere gran casse di danaro, e detto che ne
prendesse quanto gli fosse piaciuto, con questo però, che
accettasse un vasetto d'unguento, e andasse con esso ungendo per
la città. Ma, non avendo voluto acconsentire, s'era trovato, in
un batter d'occhio, nel medesimo luogo dove era stato preso.
Questa storia, creduta qui generalmente dal popolo,
e, al dir del Ripamonti, non abbastanza derisa da qualche uomo di
peso (Apud prudentium plerosque, non sicuti debuerat irrisa. De
Peste etc., pag. 77.), girò per tutta Italia e fuori. In
Germania se ne fece una stampa: l'elettore arcivescovo di Magonza
scrisse al cardinal Federigo, per domandargli cosa si dovesse
credere de' fatti maravigliosi che si raccontavan di Milano; e
n'ebbe in risposta ch'eran sogni."